Xiaomi, che a metà gennaio era stata inserita nella black list delle aziende “nemiche” degli USA, ha fatto ricorso contro il provvedimento
Xiaomi fa ricorso contro la black list. Infatti lo scorso 14 gennaio anche Xiaomi era entrata nella blacklist di Trump, dopo Huawei e ZTE anche Xiaomi era entrata nella lista nera redatta dal Governo Trump, che il 20 gennaio è stato destituito. L’amministrazione Trump infatti sosteneva che la società cinese avesse dei rapporti stretti con l’esercito del proprio paese e per questo non poteva essere affidabile e intrattenere rapporti commerciali con gli Stati Uniti. Il 15 gennaio Xiaomi in un comunicato ufficiale ha voluto precisare di avere rispettato sempre la legge e agito in conformità con le disposizioni e i regolamenti delle giurisdizioni dei Paesi in cui svolge la propria attività. La Società ha ribadito di fornire prodotti e servizi per uso civile e commerciale. Aveva confermato inoltre di non essere posseduta, controllata o affiliata in alcun modo all’esercito cinese e di non essere una “Società militare comunista cinese” così come l’aveva definita la National Defense Authorization Act statunitense. Xiaomi aveva anche aggiunto che avrebbe azioni appropriate per proteggere gli interessi della Società e dei suoi stakeholder e così è accaduto.
Xiaomi fa ricorso contro la black list
Xiaomi ha fatto ricorso contro il provvedimento USA come si legge in un comunicato ufficiale: “In relazione al comunicato stampa emesso dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti il 14 gennaio 2021 che aggiunge la Società all’elenco delle entità qualificate preparato in risposta alla sezione 1237 del National Defense Authorization Act per l’anno fiscale 1999 (la “NDAA”), la Società ha annunciato il 15 gennaio 2021 che intraprenderà azioni appropriate per proteggere gli interessi della Società e dei suoi azionisti. La Società ha avviato un procedimento presso il Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia contro il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti il 29 gennaio 2021. La Società ritiene che la decisione di includere la Società come “Compagnia militare cinese comunista” sotto la NDAA da parte del Dipartimento della Difesa e del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sia stata di fatto errata e ha privato la Società del giusto processo legale. Al fine di proteggere gli interessi degli utenti globali, partner. dipendenti e azionisti della Società, la Società ha chiesto ai tribunali di dichiarare illegale la Decisione e di revocarla”.