Nei suoi oltre trent’anni di attività Nital ha sviluppato un’offerta in numerosi ambiti e settori anche molto lontani dalla fotografia, da cui ha iniziato e che continua a svolgere un ruolo importante. Molti brand che vogliono entrare nel mercato italiano vedono nell’azienda torinese un partner affidabile e di grande esperienza “Capace di mettersi in discussione e imparare tutto di nuovo” come spiega Gianluca Barresi, Direttore Commerciale di Nital
Nital ha compiuto i suoi primi 30 anni di attività e non intende fermarsi. La fotografia, con il prestigioso marchio fotografico giapponese Nikon, rimane in cuore storico della sua attività. Tuttavia, in questi anni Nital ha assunto il ruolo di incubatore di tecnologie e, grazie alle sue competenze e alla storicità sul mercato italiano, è diventata il catalizzatore di diversi brand che volevano fare il loro ingresso nel nostro Paese, dei quali iRobot è l’esempio più lampante. Così il distributore torinese ha allargato la propria offerta a nuovi segmenti e mercati dove “Ogni volta abbiamo dovuto imparare di nuovo quasi tutto, facendo errori e aggiustando il tiro” continua Gianluca Barresi.
A che punto è Nital nel suo trentennale percorso?
Molti mi chiedono quale visione ci ha portato ad essere la Nital che oggi tutti conoscono, ma in realtà credo che quello che siamo e quello che offriamo sia stata il frutto una concatenazione di eventi non fortuiti, ma fortunati, abbinata alla nostra capacità di fare business. Infatti, molte opportunità ci sono state proposte. Tra queste la più anomala, che però è stata quella che poi ha innescato questo processo virtuoso, è stata iRobot. Eravamo negli anni del boom della fotografia digitale e il commento più frequente era: “Perché un’azienda come la vostra si mette a vendere aspirapolvere?”. Non si trattava nemmeno di un normale aspirapolvere, ma addirittura di un robot aspirapolvere che allora veniva visto come poco più che un gadget, sulla cui utilità e reale funzionalità vi erano molte perplessità. Ma la molla è stata la passione per le novità e l’innovazione che abbiamo messo anche nel nostro modo di fare business. Ad esempio quello che abbiamo fatto con Nikon, sempre seguendo le indicazioni della casa madre, è stato quello di metterci innovazione. E teniamo conto che trent’anni fa la fotografia digitale era veramente una scommessa. Tornado a iRobot, c’era in noi quella voglia di trovare un prodotto nuovo da portare sul mercato e l’idea che stava dietro a Roomba era proprio quello che stavamo cercando, pensando – o meglio sognando anche un po’ – che vent’anni dopo la robotica sarebbe diventata protagonista nelle nostre case.
Ma non sarà stato facile imparare ogni volta nuovi mercati e nuove logiche…
L’introduzione di nuove categorie di prodotto nella nostra offerta è sempre stato un duro impatto con la nostra autostima. Nel senso che arrivavamo sempre da esperienze in cui avevamo ottenuto ottimi risultati che avevano anche generato una ottima percezione del nostro brand da parte dei consumatori. Così, quando approcciavamo un nuovo marchio pensavamo di essere già capaci di gestirlo in tutto e per tutto, ma la realtà era diversa. Ogni volta abbiamo dovuto imparare quasi tutto, facendo errori e aggiustando il tiro. Ad esempio per il gruppo Fowa-Nital l’assistenza tecnica è sempre stata storicamente un’eccellenza da tutti riconosciuta e inizialmente pensavamo di duplicare lo stesso modello per altri settori ma non è un processo che può essere automatico. Ogni prodotto ha utenti diversi ed esigenze diverse soprattutto in termini di post vendita. È chiaro che i tempi richiesti dal consumatore per la risoluzione della riparazione sono più o meno lunghi a seconda della tipologia di prodotto e quindi bisogna che la propria struttura sia in grado di adeguarsi per offrire una risposta veloce e specifica a quel tipo di esigenza e di aspettativa. Per i robot ad esempio dobbiamo essere in grado di riconsegnare il prodotto riparato entro 48-36 ore e non è affatto semplice. La soddisfazione del consumatore è uno dei nostri must, è importante per noi fare leva su diversi aspetti come il servizio, l’organizzazione, la presenza sui punti vendita.
Quindi non vi siete messi intorno a un tavolo a decidere quali nuovi prodotti distribuire…
Esatto. La nostra forza molto probabilmente è stata la competenza e le serietà con le quali abbiamo lavorato in tutti questi anni e questo ci ha resi interessanti agli occhi di aziende che volevano lanciare i propri prodotti nel mercato italiano. Basta andare a vedere, nel corso dei vari anni e dei diversi trend tecnologici, quello che abbiamo fatto con Nikon, in termini di gestione della categoria, di marketing, di assistenza tecnica e di presenza sui punti vendita e questo ci ha aiutato. Un altro esempio importante è il lavoro che abbiamo fatto con iRobot e che ha fatto sì che nuovi brand ci proponessero una collaborazione.
La trasformazione di Nital è andata di pari passo con il cambiamento radicale che ha toccato il retail (contrazione della rete, esplosione dell’e-commerce, multicanalità). Come è cambiato il vostro rapporto con il trade?
La difficoltà è stata che, ampliando l’offerta, abbiamo moltiplicato gli interlocutori. Questo, se vogliamo, è anche un motivo di orgoglio. In tutto ciò abbiamo continuato a presidiare il canale fotografico. Abbiamo imparato che esiste un mondo di specialisti dell’audio – grazie a Sonos – che stiamo imparando un po’ alla volta ad approcciare. Ma aumentando gli interlocutori abbiamo dovuto anche fare un upgrade dal punto di vista organizzativo, con nuovi sistemi informatici per la gestione degli ordini ormai indispensabili. La sfida, anche in questo caso, è stata essere in grado di adattarsi a un pubblico variegato, composto da operatori della grande distribuzione organizzata a quelli dei gruppi d’acquisto della consumer electronics, dai photo specialist agli specialisti dell’audio, fino alle catene del fai da te, senza dimenticare l’e-commerce. Con una difficoltà aggiuntiva data dal dover proporre la nostra offerta a realtà che non conoscono ancora Nital e dove ti presenti a tutti gli effetti come una new entry.
Il testo integrale dell’intervista a Gianluca Barresi sarà disponibile sul prossimo numero di Dealer