La filiale italiana ha riunito tre delle sue business domain, Photo Imaging, Electronic Imaging e Optical Devices, sotto un’unica direzione. “La nuova struttura ci permette di presentarci ai nostri partner con una soluzione completa” spiega Guglielmo Allogisi
FUJIFILM è pronta a nuove sfide partendo dalla fusione di tre business domain (avvenuta lo scorso febbraio), Photo Imaging, Electronic Imaging e Optical Devices, sotto un’unica direzione, dando vita alla nuova Imaging Solution Business Division. La direzione della nuova Imaging Solution Business Division di FUJIFILM è stata affidata a Guglielmo Allogisi, già Electronic Imaging e Optical Devices General Manager che abbiamo incontrato per farci spiegare questa piccola-grande rivoluzione.
Ci può raccontare le peculiarità delle tre divisioni attualmente sotto la sua responsabilità?
Fujifilm opera sul mercato italiano con diversi uffici commerciali che gestiscono soluzioni integrate e prodotti destinati ai settori Photo Imaging, Electronic Imaging, Optical Devices, ma anche Recording Media, il BioCare, le Graphic Arts e i Medical Systems. Le tre divisioni, che sono diventate l’attuale Imaging Solution Business Division, sono tutte business unit che operano a vario titolo nel mercato della fotografia. Sono tre anime che però sono fondamentalmente sinergiche e complementari tra di loro. L’Electronic Imaging tratta prodotti di fotografia digitale, quindi fotocamere digitali e ottiche abbinate, l’Optical Devices riguarda nello specifico telecamere e cineprese professionali, sia cinema che broadcast, i prodotti per la videosorveglianza e il controllo dei processi industriali, binocoli e videoproiettori, anche modelli con le ottiche “a snodo” ideali per utilizzi particolari. Infine, la divisione Photo Imaging è tutto quello che riguarda la fotografia analogica e cioè le pellicole, le macchine usa e getta, le instax (le fotocamere scatta e stampa) che sono diventate il cavallo di battaglia di questa divisione, e tutto quello che è lo sviluppo e stampa sia classica sia in grande formato, cioè il classico servizio di stampa dei laboratori che al contrario di quanto si possa pensare continuano a esistere e resistere.
Quanto pesa sul vostro fatturato ogni singola divisione?
Determinare in modo preciso il peso a valore delle diverse divisioni non è semplice, anche perché le entrate della business unit Optical Devices sono soggette a dinamiche più complesse e legate a commesse e gare d’appalto. Detto ciò, possiamo dire che normalmente Photo Imaging e Electronic Imaging realizzano ciascuna circa il 40% del fatturato generato da quella che oggi è la nuova Imaging Solution Business Division di FUJIFILM Italia.
Come è maturata questa decisione di strategia aziendale? Quale sinergia può sfruttare questa “fusione”?
Credo che questo sia un passaggio obbligato e anche la casa madre ha spinto in questa direzione. Oggi come oggi avere tre strutture differenti che lavorano in mercati attigui in termini di comunicazione e di vendita è anacronistico. Questo ci permette di ottimizzare le risorse per muoverci in sinergia, con obiettivi comuni, e di diventare un interlocutore unico in grado di offrire soluzioni complete a 360° nel mondo fotografico: dal prodotto fotografico alla stampa nei diversi formati e quantità. Soluzioni a tutto tondo che pochi riescono ad offrire. Per questo motivo la nostra strategia di marketing e comunicazione è volta a far capire ai nostri interlocutori e i nostri partner la “potenza di fuoco” della nuova struttura di FUJIFILM. Si tratta certamente di una trasformazione interna delicata e non priva di difficoltà, ma vedo una comunione di intenti e una sintonia che mi fa ben sperare in una trasformazione che aumenterà la nostra efficienza ed efficacia nel proporci sul mercato.
Quindi anche il canale technical potrà trarre benefici dalla “nuova” Fujifilm…
Certamente! Storicamente il nostro brand, con l’offerta delle fotocamere digitali, si è rafforzato principalmente nel canale specializzato e ha perso un po’ di contatto con quello consumer electronics. Ma allo stesso tempo con la proposta instax abbiamo trovato proprio un punto di incontro con i punti vendita technical che hanno apprezzato l’unicità di questa gamma di soluzioni di scatto e stampa. Oggi l’Imaging Solution Business Division si troverà a dialogare con questo canale proponendo non solo instax, ma anche alcune gamme di prodotti digitali e, per completezza, anche le nostre soluzioni di stampa self service che in molti altri Paesi europei funzionano molto bene. In Italia c’è ancora molto da lavorare in questo senso, ma il terreno è fertile e le opportunità da sfruttare notevoli: basti pensare all’ampiezza dell’utenza alla quale ci potremmo rivolgere, parlo non tanto dell’utente fotografico tradizionale, ma di tutti coloro che approcciano la fotografia in modo versatile con il proprio smartphone ed hanno l’esigenza di stampare in modo facile e immediato i propri scatti. Se si riuscisse a far comprendere ai negozi di elettronica di consumo, alla ricerca di nuovi mercati per incrementare il fatturato, che ciò è un’opportunità saremmo in linea con uno dei nostri obiettivi. In ambito fotografico c’è un mondo di servizi che è del tutto inesplorato, spesso non considerato, che potrebbe aprire a nuovi scenari in termini di redditività e di fidelizzazione.
Fujifilm ha risposto alla contrazione del mercato fotografico con l’introduzione di una gamma premium come la X, ma anche prodotti “smart” come le instax. A che punto siete di questo percorso?
Strategicamente abbiamo sviluppato gamme di fascia alta con dei modelli che sono diventati uno status per gli appassionati di fotografia, mantenendo tuttavia uno sguardo sempre attento a prodotti più consumer o prosumer, gestiti commercialmente anche da chi non ha il focus sulla fotografia, svincolandoci da logiche di prezzo e di promozionalità. La situazione attuale ha accelerato certi processi e ora siamo in una fase di attesa, ossia quale scenario si aprirà una volta usciti da questa situazione e quali decisioni strategiche prenderanno le realtà della distribuzione moderna e in questo capire quali margini di manovra ci saranno per i brand.
E in questo contesto è cresciuto anche l’on-line…
Esattamente. Proprio per questo la guerra del prezzo e delle promozioni ha ancora meno senso. Perché i consumatori troveranno sempre un prodotto a un prezzo inferiore in rete, anche perché questo è un mondo dove è più facile aggirare le regole. Bisogna ben tenere in mente che questo non è lo scenario competitivo nel quale ci si confronta, in quanto il trade tradizionale ne esce fortemente penalizzato. La valorizzazione del servizio è ancora un plus, un valore e la fotografia di fascia alta lo dimostra, scegliendo ancora di affidarsi ai professionisti del settore per l’affidabilità e l’alto livello di servizio pre e post vendita.
Come si propone oggi il prodotto fotocamera in un mondo dominato dagli smartphone?
Innanzitutto bisogna prendere coscienza che quello dello smartphone è un mondo con il quale non si può competere perché non si ha a che fare con un utente fotografico in senso stretto, quindi l’approccio deve essere inevitabilmente diverso. Lo smartphone ha rimesso al centro la fotografia, la voglia di catturare momenti e atmosfere, la passione per le immagini e tutto ciò è positivo per il nostro business. Chi decide di approfondire la passione per l’immagine e il visual lo fa scegliendo strumenti di qualità che devono performare diversamente rispetto alle resa fotografica di uno smartphone. Tutto ciò favorisce un mercato di fascia alta e di elevata marginalità. Ovviamente, scattare con un prodotto di qualità è un valore aggiunto e il nostro lavoro si concentra proprio sul comunicare in modo nuovo ed efficace questo plus. Ed è qui che la logica del prezzo svela tutta la sua contraddizione. Che senso ha proporre il prezzo più basso a chi sta cercando un prodotto più performante per creare immagini e video?
La vostra scelta di costruire un certo tipo di offerta in ambito fotografico, ha cambiato anche il vostro approccio al retail? Qual è il ruolo e l’importanza dei diversi canali per il vostro business fotografico?
Le nostre fotocamere digitali, intendo Serie X e gamma GFX, sono “pezzi” con un’anima tecnologica straordinaria e sono per questo da spiegare e far apprezzare da chi sa parlarne. Con le instax, con la fascia delle compatte prosumer, con le nostre soluzioni di stampa self ci rivolgiamo a 360° a tutto il panorama retail. In particolare il marchio e la linea instax parla più linguaggi e con esso troveremo il punto di unione tra le diverse proposte FUJIFILM.