carlo vichi mivar

Con il suo brand Mivar era riuscito a tenere il passo dei marchi stranieri. Nel 2017 avrebbe regalato la sua fabbrica a Samsung se avesse prodotto in Italia

Si è spento all’età di 98 anni Carlo Vichi, fondatore della Mivar, l’acronimo di Milano Vichi Apparecchi Radio, lo storico brand italiano dei televisori che è riuscito per diversi anni a tenere il passo con i produttori stranieri con modelli affidabili e con un ottimo rapporto qualità prezzo. Nello stabilimento di Abbiategrasso, in cui lavoravano un migliaio di dipendenti, si producevano prima tv con tubo catodico utilizzando tecnologia e componenti in gran parte italiani. Negli ultimi anni di produzione dello stabilimento Vichi aveva tentato di convertire la produzione ai televisori a schermo piatto, ma con scarsi risultati. Quando l’azienda era ancora in crescita il visionario Carlo Vichi aveva progettato e realizzato uno stabilimento di nuova concezione nelle immediate vicinanze di quello storico che adottava soluzioni avveniristiche per il suo tempo. Purtroppo la forte concorrenza straniera e la contrazione del mercato Tv ha fatto sì che il nuovo polo produttivo ormai ultimato non sia mai entrato in attività. A fine 2013 Mivar era stata costretta a chiudere i battenti e il suo fondatore non aveva mai potuto vedere in funzione lo stabilimento frutto della sua fantasia di imprenditore, ma soprattutto aveva dovuto lasciare a casa tutti i suoi dipendenti. Così dopo quattro anni, nel 2017, Carlo Vichi ha lanciato un appello a Samsung dal sito di Mivar, che riprendeva un’altra lettera di intenti diffusa a inizio 2013. Un appello che recitava così: «Signori Imprenditori asiatici, siete gli unici costruttori della componentistica elettronica. Venite a rendervi conto dei vantaggi che potreste avere assemblando in Italia 3 milioni all’anno dei vostri televisori, la Mivar vi concederebbe l’uso gratuito di un complesso industriale unico al mondo in provincia di Milano, come pure il supporto necessario a una vostra presenza in Italia. Il governo stesso darà il benvenuto a una Industria costruttrice di televisori. Signor Presidente della Samsung, mandi un suo incaricato a verificare personalmente come stanno le cose, non le costerà nulla». Un appello, come sappiamo, caduto nel nulla.