Confcommercio

Secondo Confcommercio si deve puntare tutto, quindi, sulla stabilità o l’ulteriore ridimensionamento dell’inflazione

Secondo la consueta analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio le ultime informazioni congiunturali sono meno buone delle attese. Il declino della produzione industriale evidenzia le difficoltà di una parte rilevante del nostro sistema imprenditoriale. A maggio si conferma anche la fragilità dei consumi con una variazione dell’indicatore Consumi del -0,3% sia rispetto al mese precedente non sono state compensate da spunti favorevoli nel resto del paniere d’acquisto delle famiglie.

Tra gli aspetti positivi si conferma il miglioramento del mercato del lavoro che potrebbe, in assenza di dinamiche più toniche dell’economia, mostrare qualche segno di rallentamento nella parte finale dell’anno. L’inflazione si dimostra ampiamente sotto controllo: la stima di Confcommercio per giugno è di una variazione dello 0,2% congiunturale e dello 0,9% su base annua. Il taglio dei tassi di riferimento da parte della BCE è stato inferiore alle nostre attese. Pertanto le imprese, soprattutto quelle italiane, si confrontano, e sembra dovranno farlo per molto tempo, con tassi d’interesse reali particolarmente elevati.

Si deve puntare tutto, quindi, sulla stabilità o l’ulteriore ridimensionamento, dell’inflazione, profilo che rafforzerebbe il potere d’acquisto del reddito da lavoro e, in un contesto privo di shock rilevanti sull’occupazione, consolidare un percorso di crescita dei consumi, con conseguente sostegno al PIL.

Come si vede, col passare dei mesi, l’obiettivo di raggiungere una variazione del PIL all’1% o poco sopra richiede condizioni sempre più stringenti.

La stima per il secondo quarto dell’anno in corso per il PIL è moderatamente negativa in termini congiunturali e ancora allo 0,7% la variazione tendenziale. Questo stop potrebbe essere superato grazie ai servizi e, ancora, al turismo in senso lato a partire da luglio.

A maggio 2024 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio ha evidenziato una riduzione dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2023. La flessione dell’ultimo mese è sintesi del permanere di dinamiche negative sul versante della domanda per i beni e di un modesto ripiegamento di quella relativa ai servizi. La fragilità della domanda di legge anche dalle dinamiche congiunturali che emergono dal dato destagionalizzato. Nel confronto con aprile si rileva, infatti una flessione dello 0,3% sintesi di cali dello 0,4% per i beni e dello 0,1% per i servizi.

Le stime per maggio 2024 mostrano una generalizzata tendenza al rallentamento. In questo contesto, i comportamenti delle famiglie sembrano indicare una situazione in cui, avendo sostanzialmente completato il processo di ricomposizione del paniere di acquisti, le dinamiche della domanda cominciano ad assumere toni meno emergenziali, peraltro indipendenti dalle festività variabili. Il settore dell’automotive è tornato, dopo il rimbalzo del mese precedente, a mostrare una netta flessione della domanda. Su tale andamento potrebbe aver pesato anche l’attesa per l’avvio degli incentivi. Si confermano, invece, in territorio positivo i trasporti aerei e i beni e servizi per le comunicazioni.

Tra gli altri segmenti di consumo dinamiche positive si riscontrano per gli elettrodomestici e i carburanti. I modestissimi miglioramenti che si registrano, nel confronto annuo per l’alimentare e l’abbigliamento e le calzature seppure non attenuano lo stato di difficoltà della domanda potrebbero rappresentare l’inizio di una fase meno turbolenta. Situazione che non sembra ancora interessare gli acquisti di mobili e articoli di arredamento che evidenziano, anche nell’ultimo mese, una decisa tendenza al ridimensionamento.

Relativamente ai servizi per la fruizione del tempo libero, quelli su cui le famiglie avevano concentrato negli ultimi anni i loro sforzi per tornare ai livelli del 2019, la tendenza al rallentamento, emersa nei periodi più recenti, sembra confermata anche a maggio.

Per il comparto degli alberghi e pubblici esercizi il confronto con lo stesso mese del 2023 segnala, nel complesso, una stabilizzazione dei consumi.

Relativamente alla domanda per i servizi ricreativi si conferma anche a maggio la tendenza alla riduzione su base annua. Su questo andamento continua a pesare il crollo dei consumi per gli spettacoli cinematografici dato che nei periodi precedenti era stato più che compensato dalla netta crescita della domanda per altre forme d’intrattenimento.

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di giugno 2024 una variazione dello 0,2% in termini congiunturali e una crescita dello 0,9% su base annua. Prosegue il processo di rientro dell’inflazione sui beni alimentari, segmento che influenza in modo significativo la percezione dell’inflazione da parte delle famiglie, con un tasso di variazione dei prezzi su base annua che a giugno dovrebbe attestarsi al 2,1%.

L’inflazione italiana si conferma ampiamente sotto controllo con dinamiche che appaiono sostanzialmente in linea con quelle rilevate nella prima parte degli anni 2000. Si consolida pertanto l’ipotesi di una variazione dei prezzi al consumo, nella media del 2024, prossima all’1%. Il permanere di tassi di variazione dei prezzi contenuti potrebbe favorire un miglioramento, nella seconda parte dell’anno, della domanda delle famiglie rendendo meno complicato il raggiungimento di una crescita dell’economia prossima all’1%.

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