AIRES

Il digital product passport, il diritto alla riparazione e i RAEE. Il parere di Davide Rossi, direttore generale e consigliere della Aires

Durante l’ultima IFA di Berlino AIRES è stata tra i protagonisti della conferenza organizzata da EuCER Council in collaborazione con EuroCommerce. Il convegno ha visto una grande partecipazione da parte di rappresentanti del settore, giornalisti e visitatori della manifestazione che, proprio quest’anno, celebra i suoi cento anni dalla prima edizione.

Il dibattito ha riguardato i temi più attuali per il comparto dell’elettronica di consumo: diritto alla riparazione, digital product passport e raccolta di rifiuti elettrici ed elettronici, in ottica di economia circolare. Sono state messe in luce le numerose opportunità offerte da un corretto recepimento delle direttive europee riguardanti questi temi delicati, per promuovere la crescita economica e un minore impatto ambientale. Abbiamo affrontato tutti questi temi con Davide Rossi, direttore generale e consigliere della AIRES.

«Le tematiche trattate a Berlino ricadono sotto il grande cappello del Green Deal, e ognuna ha un’interconnessione molto importante con le altre. Ognuno di questi temi è giunto a un punto diverso del suo percorso: per alcuni siamo molto avanti, per altri bisogna fare ancora diversi passaggi sia dal punto di vista normativo sia nel contributo richiesto alle varie parti coinvolte».

Può fare qualche esempio?

«Sull’evoluzione della etichetta energetica, ad esempio, abbiamo trovato una grande convergenza con i rappresentanti dei produttori come Applia oppure EuCER. Con questi interlocutori come AIRES stiamo lavorando per creare più uniformità nelle etichette energetiche così da favorire una più facile leggibilità di questi importanti supporti di comunicazione e di vendita: è fondamentale che ci sia uno standard unico su cui ci siano pochi fraintendimenti, con classificazioni chiare, univoche e che aiutino i consumatori nella scelta del prodotto più adatto alle loro esigenze. L’obiettivo è quello di cercare di riportare sull’etichetta anche le informazioni sulla riciclabilità delle componenti del prodotto, sulla riparabilità, e l’upgradabilità del prodotto con ad esempio un aggiornamento software… Come dicevo, su questo argomento si sono fatti già diversi incontri e altri ce ne saranno, intanto i lavori proseguono molto bene. Siamo quindi molto ottimisti di riuscire ad arrivare a fare una proposta congiunta industria-distribuzione alla commissione europea».

Mentre sul diritto alla riparazione come si sta procedendo?

«Per quanto riguarda il diritto alla riparazione, naturalmente gli interessi del rivenditore e quelli dell’industria vanno in direzioni leggermente diverse. Noi siamo felici di aver l’opportunità di poter sovvertire il pregiudizio, che spesso viene affibbiato ai rivenditori, di una categoria che vuol farti comprare a tutti i costi un prodotto nuovo anche se quello posseduto potrebbe essere riparato. Quando un prodotto fuori garanzia si guasta, effettivamente si pone la questione per il consumatore se sia più conveniente la riparazione o un nuovo acquisto, e la direttiva europea spinge per la riparazione. Per questo motivo se il rivenditore avesse un vantaggio economico nella riparazione, allora si potrebbe innescare questo processo virtuoso che tra le altre cose porterebbe a una riduzione dei rifiuti elettronici».

Cosa può accelerare questo processo?

«Perché questo avvenga occorre uno sforzo importante da parte dei produttori: la riparazione dei prodotti, ad esempio, non deve essere a loro esclusivo appannaggio, piuttosto si deve creare una offerta di pezzi di ricambio che siano disponibili e abbordabili come prezzo affinché la riparazione diventi economicamente vantaggiosa. Ci dovrà essere la possibilità di stampare ad esempio i pezzi di ricambio con stampanti 3D, ovviamente rispettando eventuali brevetti, ma soprattutto occorre che gli apparecchi siano progettati per essere facilmente riparabili. L’aspetto importante di uno scenario come questo non è semplicemente legato all’economia circolare o al fatto che si producano meno rifiuti elettronici, ma potrebbe avere anche un impatto positivo sul tessuto economico e produttivo dei vari paesi europei».

Può spiegarci meglio?

«Ogni Paese europeo e ogni singola regione sarebbe in grado di crearsi una rete di assistenza post vendita per la riparazione di facile implementazione, creando posti di lavoro sul territorio anche in aree non urbanizzate o con un tessuto imprenditoriale non particolarmente strutturato. Questo è molto importante anche in un’ottica di riportare delle attività produttive in Europa con una rete che potrebbe essere implementata in poco tempo e che creerebbe un buon numero di posti di lavoro anche nel vecchio continente. Oltretutto, essendo un’attività in cui il processo formativo è semplice e veloce, potrebbe coinvolgere anche i migranti regolari e introdurli in un impiego produttivo che ne aiuti l’integrazione. Anche per questo motivo, affinché si diffonda questo modello di business dovrebbero intervenire gli stati e i governi europei non solo attraverso incentivi ma tramite una tassazione del lavoro agevolata per chi intende intraprendere un’attività di riparazione di apparecchi elettrodomestici. In uno scenario del genere, è auspicabile che le insegne si dotino di una struttura parallela a sé stante che garantisca una riparazione dei prodotti per cui il consumatore viene rassicurato dalla fiducia che ha verso l’insegna».

Quindi anche una nuova opportunità per il trade…

«Creando un rapporto più trasparente tra consumatore e rivenditore dove la riparazione o la sostituzione con il nuovo hanno lo stesso “peso”, per il negoziante sarà certamente più facile spiegare se il prodotto che si intende riparare abbia ancora un ciclo di vita ottimale che garantisca un’efficienza energetica buona oppure se sia il caso appunto di sostituirlo con uno energeticamente più efficiente…

Per leggere l’intervista completa clicca QUI

PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATO SULLE ULTIME NOTIZIE DEL MERCATO CONSUMER ELECTRONICS E AVERE CONTENUTI EXTRA SCARICA LA NUOVA APP DI DEALER MAGAZINE

Per scaricare la nuova App per la piattaforma Apple clicca qui

Per scaricare la nuova App per la piattaforma Android clicca qui

Per scaricare la nuova App per la piattaforma Huawei clicca qui